Il Rapporto sul consumo di suolo ISPRA 2020 conferma che il Veneto è la seconda regione italiana per consumo di suolo, dopo la Lombardia, e quella che di gran lunga ne ha registrato il maggior incremento nel 2019, con 785 ettari utilizzati.
L’impermeabilizzazione del nostro suolo ha comportato e comporta pesanti conseguenze ambientali: rischio accresciuto di inondazioni, accelerazione dei cambiamenti climatici, minaccia alla biodiversità, perdita di terreni agricoli fertili e aree naturali, progressiva e sistematica distruzione del paesaggio, soprattutto rurale come spiegato dalla Commissione Europea nel 2012. A ciò si aggiunge la riduzione della fruizione sociale del nostro territorio.
Il nostro programma per le elezioni regionali contiene proposte concrete per arrivare allo stop al consumo di suolo e favorire la rigenerazione urbana.
- Riscrivere le norme sulla pianificazione territoriale e urbanistica, in particolare la L. R. 14/2017, per ridurre effettivamente il consumo di suolo e vietare l’impermeabilizzazione delle superfici libere, a partire dalla modifica dell’articolo 2, che definisce suolo consumato solo quello agricolo, naturale, seminaturale, esterno al perimetro dell’urbanizzazione consolidata.
- Favorire il riuso e rigenerazione urbana, che corrisponda ad un effettivo miglioramento delle condizioni ambientali, sociali, di dotazione di servizi e di verde dell’area rigenerata. Si deve assolutamente evitare che questi processi, che avvengono anche con contributi pubblici, si trasformino in operazioni speculative che generano disuguaglianze sociali, più propriamente chiamati Gentrification.
- Giocare un ruolo chiave nella promozione della riconversione ecologica della città, attraverso una regolamentazione volta a sostenere e incentivare il riuso e la rigenerazione urbana, in connessione con i Piani di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima. Siamo contrari, invece, alla deregolamentazione con i reiterati ‘Piano casa’.
- Prevedere l’istituzione di un ‘Contributo straordinario´ di urbanizzazione, che a livello nazionale è stato reso opzionale e che impone al proprietario di un immobile che ha ottenuto un incremento di valore a causa di un intervento pubblico (ad esempio la modifica del PRG) di versare al Comune il 50 % del plusvalore acquisito (a Roma è il 66,6%), in modo da contrastare la speculazione edilizia e la rendita.
- Modificare i criteri di applicazione dell’Istituto della ‘perequazione’, imponendo che questa debba orientarsi prioritariamente nell’attuazione del PRG/PAT/PATI, secondo una logica di ‘disegno pubblico´ della città.
- Promuovere gli usi temporanei degli spazi costruiti esistenti, rigenerando i luoghi ed eliminando il degrado, senza aumentare il consumo di suolo;
- Adottare un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, che contempli il contenimento del rischio idrogeologico e sismico e riduca i molteplici fattori di vulnerabilità del nostro territorio.
- Salvaguardare i paesaggi del Veneto, tutelando le aree di elevato valore paesistico-ambientale, non più vincolate nel PTRC recentemente approvato. queste aree rappresentano un enorme patrimonio culturale e ambientale che è la ricchezza del Veneto.
Il coordinamento regionale de Il Veneto che Vogliamo